HOME SOMMARIO PIANTA PRESENTAZIONE GALLERIA DELLE IMMAGINI ITINERARIO BIZANTINO Guida storico monumentale della zona ionico etnea della Sicilia Autore: Vasile Mutu
|
| |
Provincia Regionale di Catania
ITINERARIO BIZANTINO
Guida storico monumentale della zona ionico etnea
PRESENTAZIONE
Nel
territorio del hinterland etneo esistono alcuni monumenti
dell’epoca bizantina. Sono conosciuti da una cerchia ristretta di
studiosi di storia patria e di persone sensibili ai valori artistici e
storici. A ciascuno dei monumenti sono stati dedicati scritti, in occasione
della loro scoperta o in quanto patrimonio di un territorio, qualche volta
vengono nominati nei contesti più larghi. Presentati separatamente come
parte del patrimonio storico culturale dei vari paesi senza riferimenti
ad altri monumenti simili dei altri luoghi e contesti storici più ampi,
essi non riescono a fornirci importanti informazioni delle epoche
passate. A diminuire la loro forza
evocatrice contribuiscono spesso le condizioni precari, spesso di totale
abbandono, nelle quali sono pervenuti fino ai giorni nostri. Lo
scopo di questa guida storico monumentale ITINERARIO BIZANTINO sta
proprio nella presentazione di un insieme di monumenti del territorio
etneo della Provincia di Catania che fanno riferimento alla civiltà bizantina, visti nel contesto
della storia dell’Isola e del mondo bizantino. Presentare insieme i pochi monumenti superstiti è un tentativo di mettere al loro posto alcuni tasselli di un grande ed articolato quadro panoramico. La
coscienza del valore di questi monumenti può permettere il loro
inserimento nel circuito di fruizione culturale (compresa la formazione
scolastica) e turistica per via anche di un coinvolgimento di certe
spese per il recupero. Una
delle finalità sta nel creare delle condizioni e pretesti per studi
mirati ad arricchire gli strumenti di conoscenza del patrimonio,
ricerche individuali degli studiosi, tesi di laurea, incontri culturali
e scambi culturali con altre realtà. Quindi, lo scopo della presente guida è soprattutto di favorire la conoscenza di ciò che è stato ed esiste ancora, di sottolineare l’importanza ed il valore dei monumenti superstiti. La via del loro recupero, l’inserimento, dove possibile, nel circuito turistico, passa per la presa di coscienza del valore storico culturale da parte delle comunità dove si trovano questi monumenti. Cosi possono diventare obiettivi di interesse per le comunità del territorio e per i turisti. L’oggetto della presente guida sono i ruderi delle chiese bizantine di Dagala di Santa Venerina, della valle d’Alcantara, la Cappella Bonaiuto di Catania, restaurata ed inserita nel circuito culturale e turistico, gli affreschi di Nunziatella di Nunziata di Mascali e l’immagine della Vergine del Santuario di Vena, nonché gli affreschi perduti della Chiesa degli Agatòi di Randazzo. Il volto storico della Sicilia ha molte espressioni. Una di esse è bizantina. Per molti secoli dell’era cristiana l’isola era più vicina a Constantinopoli che a Roma. Qui si parlava il greco, le chiese praticavano il rito greco ed i monasteri erano basiliani. Una lunga fila di santi diede questa terra bizantina, i vescovi partecipavano ai concili orientali e alcuni sono arrivati patriarchi. Tanto era la Sicilia bizantina che l’Imperatore Costante II fecce di Siracusa la sede della corte dell’Impero Romano d’Oriente. I secoli che si sono succeduti dopo hanno cancellato in gran parte il lascito della civiltà bizantina della Sicilia. E’ scomparsa la lingua greca insieme ai monasteri basiliani. Le chiese sono andate in rovina, quelle rimasti hanno subito trasformazioni e modifiche fino a perdere ogni traccia dell’aspetto originale. La memoria si è persa negli archivi, molti di essi perduti. Questo oblio con quale la storia ripaga i tempi passati non è assoluto. Monumenti universalmente noti si trovano in Sicilia a Cefalù, Palermo e Monreale. Una moltitudine di avanzi di strutture architettoniche è cosparsa in tutto il territorio dell’isola. Numerosi studi sono stati compiuti con l’intento di far luce sulla storia passata e sul patrimonio storico ed artistico che ci ha lasciato.
Sicilia
e Bisanzio Con il termine “bizantino” definiamo tutto ciò che è collegato con il cristianesimo greco orientale. I bizantini nella lunga loro storia di più di mille anni si sono sempre creduti e chiamati romani. Nell'Occidente, per sottolineare la natura greca orientale di quella civiltà, gli hanno chiamato “bizantini” molto dopo la scomparsa dell’Imperio Romano d’Oriente, con il nome dell’antica città greca Bisanzio su quale luogo Costantino il Grande fece costruire la nuova capitale dell’Impero Romano. I paesi ortodossi hanno accolto lo spirito e l’eredità di Costantinopoli, perpetuando la civiltà bizantina, pur nelle espressioni locali, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente, essi hanno in comune l’elemento centrale, riconducibile al universo bizantino, il rito greco e l’arte delle icone. In questo modo il termine “bizantino” va esteso e riferito a realtà che hanno subito un’influenza decisiva della spiritualità bizantina.
Con il concetto di Sicilia bizantina
colleghiamo un periodo che va dal VI secolo al XII, periodo nel quale
l’elemento bizantino si consolida, ha il suo travagliato
percorso durante le guerre per le icone, l’invasione e
l’occupazione araba ed infine si afferma nella sua più compiuta forma
sotto i normanni. Sul piano artistico non ci sono differenze
caratteristiche tra l’Occidente ed Oriente nei primi secoli dell’era
cristiana. La basilica romana viene adottata come soluzione
architettonica per i luoghi di culto. L’arte figurativa prende il suo
punto di partenza nell’arte imperiale romana. Servendosi degli antichi
schemi iconografici pagani, l’arte cristiana codifica nuovi
significati e apporta modifiche al linguaggio plastico, come per esempio
la rinuncia alla prospettiva. Importanti
influenze stilistiche ed iconografiche vengono dalla Siria, Palestina,
Capadocia; essi si unirono all’elemento ellenistico della Grecia e
costituirono la forma espressiva bizantina.
A partire dal V secolo in Oriente l’edificio della chiesa tende a prendere la
forma di croce greca, a quattro braci uguali, sormontata da una cupola. La
decorazione pittorica viene vista più sul piano della liturgia e della simbologia cristiana, più
stretta al pensiero teologico che frutto
della fantasia dell’artista. Nella pratica liturgica si afferma un
rito diverso di quello latino, il rito greco.
L’edificio
della chiesa, la decorazione liturgica ed il rito greco sono gli
elementi principali della civiltà bizantina nascente. Dobbiamo
aggiungere il monachesimo orientale osservante la regola di San Basilio.
Il monachesimo è il veicolo e l’ambiente nel quale si realizza
l’influenza bizantina. I primi monasteri in Sicilia che la storia
conosce con certezza risalgono al VI secolo. Ignoriamo quale regola osservavano,
anche se i monasteri fondati da Gregorio Magno (sei) presumiamo che
erano benedettini in quanto lo stesso Gregorio Magno proveniva da un
monastero benedettino. Benché conquistata dai bizantini nell’inizio
del VI secolo la Chiesa Siciliana dipendeva da Roma. La bizantinizzazione della Sicilia si è prodotta
non in seguito alla conquista da parte dell’Impero d’Oriente, ma
come conseguenza dell’afflusso di religiosi dell’Africa del Nord e
del Medio Oriente durante le
conquiste persiane e l’avanzata araba. E’ cominciato un passaggio
graduale dal rito latino al rito geco. Sul finire del VII secolo la
Sicilia era pienamente bizantina, nonostante si trovava sotto la
giurisdizione ecclesiastica romana (il passaggio sotto la giurisdizione
del patriarcato di Costantinopoli avviene nel 732 sotto Leone III
Isaurico). In questo
periodo la Sicilia conosce una grande esplosione culturale e religiosa
cui effetti determinarono l’identità dell’isola nei secoli
successivi. Tra il 678 e 701 Sicilia diede quattro papi, tutti di
origine orientale. Un altro papa siciliano, Stefano III, fu eletto papa
nella seconda metà del VIII secolo. Sicilia diede anche due patriarchi
di Antiochia e uno di Costantinopoli. Una lunga fila di teologi, poeti,
innografi e di santi hanno marcato l’epoca. Al primo periodo bizantino, cioè
dall’affermazione degli orientali in Sicilia a partire dal secondo
quarto del VII secolo fino alla conquista araba e ascrivibile una serie
di monumenti bizantini, alcuni presenti nel hinterland Etneo. Durante
l’occupazione araba è difficile pensare a costruzione di edifici
di culto, ma è certo che nonostante tutte le vicissitudini del tempo l’elemento
cristiano nella sua espressione orientale greca è sopravissuto fino
all’arrivo dei normanni. L’epoca normanna rappresenta la seconda fase della
Sicilia bizantina, proprio perché in questo periodo l’arte bizantina
assunse le espressioni più elevate. Gli
studiosi dell’architettura bizantina in Sicilia notano la diversità
delle forme costruttive, caratteristica per tutte le epoche. Accanto alla forma trilobata si incontra la basilica. La
basilica è la prima forma chiesastica cristiana; molte chiese
dell’inizio del periodo bizantino in Sicilia hanno proprio questa
forma, esempio sono le chiesette in contrada Imbischi e Jannuzzo di
Randazzo, che risalgono al primo periodo bizantino. I principi normanni,
con tutto il rispetto che hanno dimostrato per i monasteri basiliani e
per l’arte bizantina, riportano
la forma basilicale in Sicilia. Dalla
fine del XI secolo e per tutto il secolo seguente i monasteri basiliani
della Sicilia hanno conosciuto il loro massimo splendore. Sostenuti dai principi
normanni, i vecchi monasteri sono stati ricostruiti e altri nuovi
fondati. Era il secolo del classicismo bizantino e le chiese siciliane
beneficiarono pienamente. I risultati più significanti, i mosaici di
Cefalù, Palermo e Monreale sono universalmente conosciuti. Ma
beneficiarono anche le piccole chiese parrocchiali e dei monasteri. In
queste ultime invece che il mosaico si è usato l’affresco per ragioni
di costi relativamente contenuti, ma non meno validi artisticamente.
Al contrario, l’arte bizantina ha raggiunto l’apice della sua
perfezione proprio nella pittura. Sono pervenuti fino ai giorni nostri
informazioni su molti monasteri basiliani coinvolti in questo processo
di rinnovamento. Non troviamo però niente concernente i siti presentati
nella nostra guida. Questo fatto ci induce a pensare che l’ampiezza
del fenomeno è stata molto più estesa di quanto possiamo dedurre dai
documenti sopravvissuti. Al periodo di forte avvento dei basiliani in Sicilia segui un rapido declino, sia perché il sostegno da parte dei principi normanni ai monasteri basiliani era sproporzionato rispetto alle reali esigenze, sia perché Sicilia cominciò ad acquistare il suo volto latino, i monasteri basiliani decaddero per mancanza di monaci. Con la scomparsa dei monaci basiliani ed il passaggio al rito latino la forma greca dei dipinti diventò estranea e poco sentita dai monaci latini che prendevano la loro ispirazione non da Costantinopoli, ma dalla nascente tradizione italiana, che, anche se legata alle forme bizantine, portava un altro spirito, più umano, più vicino alla realtà palpabile. Nonostante il cambiamento decisivo, la creatività locale per secoli dopo ha risentito l’eredità bizantina. |